La favola di Atalanta.

Prima Domenica del Mese 2 Febbraio – ingresso libero alla Pinacoteca

La favola di Atalanta è un mito dell’antica Grecia che racconta la storia di una fanciulla straordinaria, famosa per la sua velocità nella corsa e per la sua indipendenza.

Il mito di Atalanta

Atalanta era una bellissima e abilissima cacciatrice, cresciuta nei boschi e allevata da una lupa dopo essere stata abbandonata dal padre, che desiderava un figlio maschio. Crescendo, divenne una guerriera eccezionale e partecipò alla caccia al cinghiale calidonio, dimostrando il suo valore tra i più grandi eroi greci.

Poiché non voleva sposarsi, impose una condizione ai suoi pretendenti: avrebbe accettato solo chi fosse riuscito a batterla in una gara di corsa. Se il pretendente avesse perso, sarebbe stato condannato a morte. Molti provarono, ma nessuno riuscì a superarla, fino a quando Ippomene (o Melanione, in alcune versioni), innamorato di lei, chiese aiuto alla dea Afrodite.

La dea gli donò tre mele d’oro del giardino delle Esperidi e gli consigliò di usarle con astuzia durante la corsa. Mentre Atalanta stava per superarlo, Ippomene lasciò cadere le mele una alla volta. Affascinata dal loro splendore, Atalanta si fermò per raccoglierle, perdendo così la gara.

Costretta a rispettare la promessa, sposò Ippomene. Tuttavia, i due dimenticarono di rendere omaggio ad Afrodite dopo il matrimonio, e la dea, offesa, li punì trasformandoli in leoni.

Guido Reni, celebre pittore barocco italiano (1575-1642), ha rappresentato il mito di Atalanta e Ippomene in uno dei suoi dipinti più famosi. L’opera, intitolata Atalanta e Ippomene, raffigura il momento cruciale della corsa, quando Ippomene lancia le mele d’oro per distrarre Atalanta e riuscire così a vincere la gara.